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8.3. Impostare il nome host e configurare il servizio dei nomi

Lo scopo di assegnare dei nomi agli indirizzi IP è quello di rendere più facile la memorizzazione per le persone. In verità, un indirizzo IP identifica un'interfaccia di rete associata con un dispositivo come una scheda di rete. Poiché ogni macchina può avere più schede e più interfacce per ogni scheda, un singolo computer può avere più nomi nel sistema dei nomi di dominio.
Ogni macchina è tuttavia identificata da un nome principale (o «canonico») conservato nel file /etc/hostname e comunicato al kernel Linux tramite gli script di inizializzazione attraverso il comando hostname. Il valore corrente è disponibile in un filesystem virtuale e lo si può ottenere con il comando cat /proc/sys/kernel/hostname.
Sorprendentemente, il nome del dominio non è gestito allo stesso modo, ma viene ricavato dal nome completo della macchina, acquisito tramite la risoluzione dei nomi. È possibile cambiarlo nel file /etc/hosts; si scriva semplicemente un nome completo per la macchina all'inizio della lista di nomi associati all'indirizzo della macchina, come nell'esempio che segue:
127.0.0.1     localhost
192.168.0.1   arrakis.falcot.com arrakis

8.3.1. Risoluzione dei nomi

Il meccanismo per la risoluzione dei nomi in Linux è modulare e può utilizzare svariate sorgenti di informazione dichiarate nel file /etc/nsswitch.conf. L'elemento che coinvolge la risoluzione dei nomi host è hosts. Per impostazione predefinita, contiene dns files; che significa che il sistema consulta prima di tutto il file /etc/hosts, quindi i server DNS. Server NIS/NIS+ o LDAP sono altre possibili sorgenti.

8.3.1.1. Configurare i server DNS

DNS (Domain Name Service) è un servizio distribuito e gerarchico che mappa i nomi agli indirizzi IP e vice-versa. In particolare converte un nome semplice da utilizzare come www.eyrolles.com nell'indirizzo IP corrispondente, 213.244.11.247.
Per accedere alle informazioni DNS, un server DNS dev'essere disponibile ad inoltrare le richieste. La Falcot ne ha uno proprio, ma un singolo utente utilizzerà probabilmente i server DNS forniti dal proprio provider dei servizi Internet.
The DNS servers to be used are indicated in /etc/resolv.conf, one per line, with the nameserver keyword preceding an IP address, as in the following example:
nameserver 212.27.32.176
nameserver 212.27.32.177
nameserver 8.8.8.8
Note that the /etc/resolv.conf file may be handled automatically (and overwritten) when the network is managed by NetworkManager or configured via DHCP, or when resolvconf is installed or systemd-resolved(8) is enabled.

8.3.1.2. Il file /etc/hosts

If there is no name server on the local network, it is still possible to establish a small table mapping IP addresses and machine hostnames in the /etc/hosts file, usually reserved for local network stations. The syntax of this file as described in hosts(5) is very simple: each line indicates a specific IP address followed by the list of any associated names (the first being “completely qualified”, meaning it includes the domain name).
Questo file è disponibile anche quando la rete non è disponibile o quando i server DNS non sono raggiungibili, ma è realmente utile solo quando viene distribuito su tutte le macchine nella rete. La minima alterazione nelle corrispondenze richiede che il file sia aggiornato ovunque. Ecco perché /etc/hosts contiene generalmente solo le voci più importanti.
Questo file è sufficiente per una piccola rete non connessa ad Internet, ma con 5 macchine o più è raccomandato di installare un server DNS.